È davvero sconcertante la varietà di composizioni che si possono creare con le tecniche dell'arte naturalistica per eccellenza, la Land Art. Il progetto GravityOver iniziato nel 2012 si è concentrato negli anni prevalentemente su una delle sue forme, le pietre in equilibrio, senza tuttavia tralasciare di sperimentare altri materiali naturali come una serie di sentieri interrotti che non mancheranno di essere ripresi: una sperimentazione libera di varie materie plasmabili, dalle sfere di sabbia pure (sand globes) o in equilibrio a quelle lavorate con inserti di materiali naturali (la serie sfere di sabbia-inclusioni nate per la prima volta da un'idea del 2017 in una piccola isola cicladica), dagli equilibri con i legni levigati dall'acqua (driftwood balance) o mixati con le pietre (stone-wood balance) all'arte dei ciottoli (pebble art) e alle argille in equilibrio (clay balance) passando per l'integrazione di alghe negli equilibri e l'utilizzo di materiali come foglie, funghi, bacche, mele, pigne... Al fondo di questa presentazione alcuni mixaggi naturale/artificiale dove giocare con le bolle di sapone sullo specchio d'acqua non è che l'ultimo di questi percorsi, che ha il suo primo inconsapevole accenno molto tempo fa alla fonte del fiume Mella con Moonchild 1999. La varietà e le infinite possibilità accennate in questi lavori, costituiscono solo uno degli aspetti di fascino che scaturiscono dalla Land Art. Approfondire una qualsiasi tipologia implica conoscerne i materiali, i luoghi e i momenti delle loro trasformazioni, gli ambienti e i colori che cambiano nelle loro molteplici connessioni: il laboratorio esce dallo spazio chiuso di una stanza per diventare laboratorio-mondo, la conoscenza arricchisce il nostro sguardo e rende la natura più interessante, le potenzialità della nostra interazione con la sua materia crescono e cresce anche il rispetto. La Land Art permette di vivere e conoscere la natura attraverso un semplice gesto creativo, un piccolo prodotto effimero, di tale breve durata che lo dobbiamo lasciare lì perché disgregandosi ritorni al suo stato naturale ma che nel frattempo ci ha fatto riempire i polmoni di aria pura.